Oggi, 19 gennaio del 2023, Paolo Borsellino avrebbe compiuto 83 anni, ma la sua vita – vissuta all’insegna dell’onesta e del rispetto nei confronti delle istituzioni – è stata spazzata nel 1992 per mano della mafia. Quest’anno l’anniversario della sua nascita assume un significato ancora più forte per via della recente cattura di Matteo Messina Denaro, il boss di Cosa Nostra ricercato per ben 30 anni e ritenuto uno dei responsabili dell’efferata strage di via d’Amelio, in cui perse la vita il coraggioso giudice palermitano.
Nato a Palermo nel 1940, fin da giovane Paolo Borsellino si appassiona allo studio del diritto e consegue la laurea con lode in Giurisprudenza all’età di appena 22 anni. Qualche giorno dopo subirà la morte del padre e si ritrova a dover provvedere alla madre e ai suoi due fratelli (Rita e Salvatore) facendo di tutto per evitare la chiusura della farmacia di famiglia.
Nonostante le difficoltà, riesce a studiare a superare il concorso in magistratura nel 1963, divenendo all’epoca il più giovane magistrato italiano. Per Borsellino quello non è mai stato soltanto un lavoro, ma una vera e propria vocazione.
Nel 1975 entra nell’ufficio Istruzioni Affari Penali sotto la guida di Rocco Chinnici e negli anni successivi gli viene affidata l’indagine rapporti tra i mafiosi di Altofonte e Corso dei Mille, iniziata dal cominciata dal commissario Boris Giuliano (assassinato nel 1979), sulla quale lavorerà insieme al capitano Emanuele Basile. Dopo l’omicidio – per mano di Cosa Nostra – del capitano Basile, avvenuto il maggio 1980, alla famiglia di Borsellino viene assegnata la scorta, mentre dell’indagine (che si concluderà soltanto nel 2022) se ne occuperà proprio il giudice palermitano. Per il resto della sua esistenza Paolo Borsellino è stato sempre in prima linea a combattere la criminalità organizzata, nella consapevolezza dei grandi rischi che avrebbe corso. È stato proprio Chinnici a volere lui e Giovanni Falcone, nell’ambizioso progetto ribatezzato Pool antimafia, che diede via alle indagini che portarono ad alcuni dei più importanti processi degli anni Ottanta. Il loro lavoro si baserà soprattutto su accertamenti bancari e patrimoniali, vecchi rapporti delle forze dell’ordine ma anche su nuovi procedimenti penali (come ad esempio quello originato dal cosiddetto “Rapporto dei 162” che si concentravano sulle cosche mafiose “vincenti” guidate da Michele Greco e Totò Riina), che permisero di raccogliere un abbondante materiale probatorio. Con il collega e affezionato amico Giovanni Falcone, Borsellino ha condiviso l’amore per la giustizia e il grande coraggio, ma soprattutto un sogno: una Sicilia libera dalla mafia. Purtroppo i due sono stati uniti anche dallo stesso terrificante destino: Paolo Borsellino morirà nella strage di via d’Amelio, a distanza di quasi due mesi dalla morte di Falcone, ucciso nei pressi di Capaci, sull’autostrada tra l’aeroporto di Punta Raisi e Palermo.